Le rivelazioni delle scorse settimane portano finalmente a delle conseguenze: la Posta annuncia la “sospensione temporanea” del suo sistema di voto elettronico. Il comitato d’iniziativa per una moratoria del voto elettronico accoglie con favore il fatto che la Posta si renda conto lentamente ma inesorabilmente che il suo sistema contiene errori gravi. Allo stesso tempo, il comitato critica il fatto che gli errori vengono ancora minimizzati e che il voto elettronico non viene ancora del tutto interrotto.

Il fatto che la Posta riconosca che l’integrità dei voti e delle elezioni ha “la massima priorità” e che pertanto ritira il sistema di voto elettronico “dalla circolazione” per le votazioni federali del 19 maggio 2019 merita un elogio. Ma non bisogna dimenticare che la Posta ha avuto bisogno di enormi pressioni e avvertimenti da parte di esperti di sicurezza di fama internazionale per far sì che potesse tornare a ragionare.

Molte domande essenziali rimangono però senza risposta: Cosa comunicherebbe oggi la Posta se non ci fossero state pressioni da parte della scena IT e dell’iniziativa popolare per una moratoria sul voto elettronico? Perché la Posta Svizzera ritira temporaneamente il proprio sistema e allo stesso tempo sostiene che la manipolazione può essere esclusa e che nel test d’intrusione sono stati riscontrati solo errori minori (“best practices”)? La Posta ha per settimane continuato ad affermare che i suoi sistemi erano sicuri. Ora è del tutto chiaro che si trattava di chiare inesattezze.

Il fatto che la Posta venda il test d’intrusione come un successo in queste circostanze è una beffa – dopo tutto, i gravi errori sono stati scoperti al di fuori di questo test. La KPMG, che ha certificato il sistema di voto elettronico della Posta Svizzera, svolge un ruolo discutibile. Le loro certificazioni sono servite solo come decorazione, per coprire queste mancanze? Al fine di creare trasparenza, richiediamo la divulgazione dei rapporti di certificazione tenuti sottochiave e nascosti all’opinione pubblica.

Una sospensione temporanea del voto elettronico non è sufficiente. Solo una moratoria sul voto elettronico ancorata nella Costituzione federale creerebbe le basi per la ricerca di una soluzione di voto elettronico assolutamente sicura. La sicurezza della democrazia diretta deve essere ripristinata.

Comitato d’iniziativa «Per una democrazia sicura e affidabile»